E’ OCA! VINCE, SCOSSO, ZIO FRAC. UNA VITTORIA AL CARDIOPALMA
Con tre giri, a tutta adrenalina e pathos, il popolo di Fontebranda conquista la sua sessantaseiesima vittoria
Adrenalina e pathos: il mix di sensazioni che hanno scandito i tre giri di Piazza del Campo ha raggiunto il culmine in un’esplosione di gioia quando il cavallo scosso dell’Oca, Zio Frac, un castrone baio di 8 anni, ha raggiunto il bandierino conquistando il suo secondo Palio. E l’Oca la sua sessantaseiesima vittoria.
Una manciata di secondi per una corsa intorno a quella meravigliosa conchiglia, simbolo di questa città che poco prima, in un corteo solenne, aveva raccontato al mondo la sua storia. Una narrazione unica nel suo genere, accompagnata dal rullìo dei tamburi e dal fruscio della seta delle bandiere all’interno di una scenografia inimitabile. Perché viva. Pulsante.
Dopo essersi allineati fra i canapi: Tartuca, Bruco, Chiocciola, Oca, Pantera, Aquila, Torre, Drago, Giraffa e Istrice di rincorsa.
A partire in testa è la Giraffa, dietro il Bruco, Pantera, Oca, Drago e Torre.
Alla prima curva di S. Martino cade il fantino della Giraffa, Giovanni Atzeni, detto Tittia e con lui quello dell’Oca, Carlo Sanna, detto Brigante. Passa in testa la Pantera inseguita dal Bruco e dalla Torre affiancata dal cavallo scosso dell’Oca. Stessa sequenza al primo giro del Casato. Al secondo S. Martino conduce sempre la Pantera incalzata dal Bruco, lo scosso dell’Oca e la Torre. Stesso ingresso al Casato.
Al terzo giro di S. Martino cade il fantino della Pantera, Jonatan Bartoletti, detto Scompiglio, e passa in testa il cavallo scosso dell’Oca, inseguito dal Bruco e dalla Torre. All’altezza della Cappella di Piazza la Torre è seconda. All’ultimo giro del Casato la Torre cerca di superare Zio Frac. Invano. Cade il fantino Giosué Carboni, detto Carburo. Si infrange, a pochi metri dall’arrivo, il sogno dei contradaioli di Salicotto.
Il popolo di Fontebranda, il rione che ha dato i natali a S. Caterina, è corso al Duomo a ringraziare la Madonna Assunta in cielo alla quale è dedicata la Carriera del 16 agosto.
Nelle loro mani il drappellone pop di Marco Lodola i cui volti senza tempo, ora hanno assunto i caratteri degli ocaioli in festa. Ennesima dimostrazione della forza e della magia di questa Festa che prende vita da uomini, cavalli, passione e fede. E dove il cavallo è il vero unico protagonista perché può vincere anche senza il suo fantino.
L’attesa del Palio si è conclusa. Una storia che, seppur nella ripetizione fatta di gesti, ritualità e tradizione, non è mai uguale a se stessa perché con ogni Palio si arricchisce il suo patrimonio materiale, costituito dal drappellone, dalle foto, dai filmati, dalle parole scritte che bloccheranno, nel tempo, la memoria. Ma anche immateriale: i sentimenti di amore e passione che sono riusciti, nei secoli, a preservare il Palio da contaminazioni che ne avrebbero annullato l’essenza. Un affascinante mistero che solo chi è nato, cresciuto e vissuto a Siena può cogliere fino in fondo. L’amore per una corsa. Una Festa. Il Palio. Un tesoro prezioso e senza uguali. Un paradigma, per le sue implicazioni e risvolti socio-culturali, che in tanti ammirano. Che in tanti condividono, perché capace di connotare e dare un senso alla nostra presenza nell’oggi da consegnare al domani. Per questo da difendere e tramandare. Come i valori della vita. Quella che dovrebbe essere.
Ufficio Stampa Comune di Siena